Saturday, December 09, 2006

L'ALZHEIMER COLPISCE ANCHE I GATTI !!!

LONDRA - L'Alzheimer non colpisce soltanto l'uomo: anche il gatto, quando invecchia, può soffrire di questa devastante malattia che negli anziani porta alla demenza. La scoperta che il felino di casa è egualmente a rischio è stata fatta nella Royal School of Veterinary dell'università scozzese di Edimburgo, dalla ricercatrice Danielle Funn-Moore.

La studiosa è partita da un'esperienza personale: a otto anni d'età il suo gatto ha incominciato a dare preoccupanti segni di senescenza. Grazie a speciali test la dottoressa Funn-More ha individuato nel cervello di una serie di gatti morti una consistente quantità di proteine anomale, analoghe a quelle riscontrabili nell'uomo malato di Alzheimer.

Queste proteine rallentano progressivamente e irrimediabilmente i processi cerebrali. la ricercatrice ha concluso così che anche il gatto è vulnerabile alla malattia di Alzheimer perché è sempre meglio accudito, vive più a lungo e raggiunge quindi un'età che spesso comporta un rapido e patologico processo di senescenza. La ricercatrice sottolinea che per il gatto valgono le stesse raccomandazioni formulate per l'uomo: l'Alzheimer felino va combattuto con una dieta sana, una regolare stimolazione mentale e una buona interazione sociale (gatto-gatto e gatto-uomo). La dottoressa della Royal School of Veterinary sospetta che altri animali - incominciando dai cani - possano soffrire d'Alzheimer.

Un gatto è considerato anziano a partire da sette anni, dopo i 12 entra nella fase geriatrica ed è paragonabile ad un uomo di 80-90 anni. La dottoressa Gunn-Moore dice che per molti felini domestici è diventato normale vivere una ventina d'anni. Lei è a conoscenza di un gatto che ha addirittura vissuto fino a 32 anni.

tratto da Ansa.it

Basse dosi di proteine aiutano a prevenire il cancro

Apre all'Istituto Superiore di Sanità una “cucina metabolica” dove studiare il rapporto tra alimentazione e longevità

Basse dosi di proteine aiutano a prevenire il cancro
ROMA - Assumere meno proteine potrebbe ridurre il rischio di sviluppare alcune forme tumorali che non sono associate all'obesità, quali il cancro alla prostata e il tumore della mammella nelle donne in età premenopausale. Lo studio è stato condotto alla Washington University School of Medicine in St. Louis (Usa) e coordinato da Luigi Fontana, del Dipartimento di Sanità alimentare ed animale dell'ISS, pubblicato oggi sul numero di dicembre dell'American Journal of Clinical Nutrition.

"Prevenire le malattie cronico-degenerative associate agli scorretti stili di vita ed implementare strategie in grado di promuovere un successful aging (invecchiamento ottimale) è una sfida importante per il futuro e uno degli obiettivi della ricerca del nostro Istituto, tanto più che è sempre più evidente come l'incremento della vita media della popolazione italiana non sia accompagnato da un parallelo miglioramento della qualità di vita - spiega Enrico Garaci, Presidente dell'ISS - Proprio per questo motivo, apriremo all'ISS un Centro, dotato di una sorta di 'cucina metabolica', di una palestra e di ambulatori, dove studiare i meccanismi attraverso cui una corretta alimentazione e l'esercizio fisico rallentano l'invecchiamento di organi e tessuti nell'uomo e prevengono le malattie croniche-degenerative in soggetti che non hanno ancora subito danni organici irreversibili".

I ricercatori hanno preso in esame tre gruppi di individui pareggiati per età e per sesso: 21 vegetariani crudisti che assumevano una media giornaliera di 0.73 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo, 21 atleti specializzati nella corsa di resistenza, allenati a percorrere poco meno di 80 km alla settimana e nella cui dieta erano compresi 1.6 grammi di proteine giornaliere per chilogrammo di peso corporeo e un gruppo di persone sedentarie che assumevano una tipica dieta americana con 1.23 grammi di proteine per chilo di peso.

"La stretta correlazione tra alimentazione e alcune delle più comuni forme di cancro è un'ipotesi abbastanza fondata - afferma Luigi Fontana, ricercatore dell'ISS e coordinatore dello studio - I meccanismi, tuttavia, attraverso cui i diversi alimenti promuovono o proteggono dal cancro non sono ancora chiari. E' ormai assodato che le persone in sovrappeso ed obese hanno un aumentato rischio di sviluppare il cancro del colon, dell'endometrio, del rene, dell'esofago e della mammella soprattutto dopo la menopausa. Esistono tuttavia due forme tumorali che non sono associate all'eccessivo accumulo di grasso: il cancro alla prostata e il tumore della mammella nelle donne in età premenopausale". Dalla ricerca è emerso che una dieta ipoproteica potrebbe essere in grado di proteggerci da queste forme di cancro più dell'esercizio fisico, indipendentemente dalla quantità di grasso corporeo.

"Nel corso della nostra indagine abbiamo constatato che sia gli individui che praticavano da lungo tempo un regime alimentare caratterizzato da un basso apporto proteico nell'ambito di una dieta relativamente ipocalorica, sia gli atleti, abituati a svolgere attività fisica con regolarità e precisione, mostravano un basso contenuto di grasso corporeo e di conseguenza dei valori più bassi d'insulina, di testosterone libero e di citochine pro-infiammatorie. Ma, cosa più importante, abbiamo visto che solo i soggetti che seguivano una dieta ipoproteica avevano una riduzione dei livelli dell'IGF-1, un importante fattore di crescita che accelera la proliferazione sia delle cellule normali che di quelle mutate. E' ben nota, d'altra parte, la forte associazione tra livelli plasmatici di IGF-1 e il rischio di sviluppare cancro alla mammella in pre-menopausa, cancro alla prostata e al colon. Alcuni dati su animali da esperimento suggeriscono che livelli più bassi di IGF-1 siano anche associati ad un aumento della vita massima".

"L'apporto proteico giornaliero corretto secondo le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità dovrebbe essere di 0.8 grammi/Kg/die di proteine, che è molto simile a quello che gli individui che seguono la dieta ipoproteica arruolati nello studio mangiano, mentre molti americani e molti italiani mangiano 1.2 - 1.6 grammi/Kg di proteine al giorno - afferma Fontana - cioè mangiano circa il 30 - 50% in più di ciò che è raccomandato dagli esperti. "E' ormai chiaro che se aumentiamo del 30 - 50% rispetto al fabbisogno le calorie introdotte giornalmente diventiamo obesi" continua il ricercatore - "tuttavia, paradossalmente, non sappiamo cosa succede se mangiamo cronicamente più proteine di quelle che sono necessarie per mantenere un bilancio azotato neutro". "La mia ipotesi, che deve ovviamente essere confermata da altri studi - dice il ricercatore - è che un prolungato ed eccessivo consumo proteico possa aumentare il rischio di sviluppare alcune forme di cancro, e persino accelerare i processi d'invecchiamento".

"Il problema è che nei paesi industrializzati, e purtroppo ora anche in quelli in via di sviluppo, non si mangiano quantitativi sufficienti di verdura, legumi, cereali integrali e frutta" - conclude Fontana - "di conseguenza la nostra dieta si compone troppo spesso prevalentemente di prodotti di origine animale (carne, formaggio, uova e burro), cereali eccessivamente raffinati e zuccheri semplici, che a lungo andare sono deleteri per la salute perché estremamente calorici e perché troppo ricchi di proteine e sale, caratteristiche queste che costituiscono potenti fattori di rischio per l'obesità addominale, per il diabete, per l'ipertensione arteriosa, per le malattie cardiovascolari e per taluni tipi di cancro".

tratto da www.arezzoweb.it

Totti: "Basta menzogne su di me"

Spalletti lo convoca per la gara di domani sera con la Lazio, ma il gossip lo tormenta: "Non ho mai comprato foto e non ho mai avuto a che fare con la signorina Vento. La mia famiglia merita rispetto"
Francesco Totti, 29 anni, dopo un gol in un derby. Inside
Francesco Totti, 29 anni, dopo un gol in un derby.

ROMA, 9 dicembre 2006 - La volontà non manca, l'incognita sta nelle gambe. Ma tant'è: sia Totti che Spalletti lo vogliono, e dunque per il capitano che derby sia. Francesco Totti figura dunque nella lista dei convocati per la gara di domani sera stilata al termine dell'allenamento di stamani dal tecnico della Roma Luciano Spalletti. Durante la seduta Totti, come De Rossi, ha svolto lavoro muscolare differenziato prima di scendere sul campo con i compagni per le esercitazioni tecniche, di schemi e per la partitella che ha concluso l'allenamento.
Il capitano è soddisfatto per la prospettiva di esserci, mentre appare meno entusiasta della sua condizione: "Non sto bene, domani mattina farò l'ultimo provino. Di sicuro voglio esserci nella maniera più assoluta". Come dire che il posto da titolare non è ancora certo: "Ho ancora dolore quando calcio, ho provato anche i movimenti laterali e devo dire che ho un po' paura al momento dell'impatto con il pallone. Spero che la notte mi porti qualcosa di positivo perchè io voglio esserci assolutamente".
Sulla stessa lunghezza d'onda il commento di Spalletti a margine della convocazione: "Un po' preoccupato lo sono, però nutro molta fiducia per la sua voglia di esserci. Poi dei miglioramenti ci sono stati e anche lo staff medico è fiducioso". Il tecnico conta di avere a disposizione domani sera anche De Rossi, che oggi è rimasto fermo "ma soltanto a titolo precauzionale", ha chiarito Spalletti.
Dal calcio al gossip, di questi tempi il passo è assai breve: "Basta menzogne sulla mia vita privata". Dopo il "no comment" del milanista Alberto Gilardino, arriva anche la secca smentita del capitano giallorosso. "La mia famiglia merita rispetto - ha aggiunto Totti -, io non ho mai comprato alcuna foto e non ho mai avuto a che fare con la signorina Flavia Vento".

Livia Taglioli

IL MISTERO LITVINENKO

Avvelenato con una tazza di the
Tracce di polonio anche ad Amburgo

Mosca manderà a Londra una squadra di investigatori. Ancora mistero sulle reali condizioni di Kovtun. Cossiga chiede di de-secretare gli atti della commissione Mitrokin

IL MISTERO LITVINENKO Londra, 9 dicembre 2006. - La Procura generale russa, che come Scotland Yard ha aperto un'indagine per omicidio sulla morte di Alexander Litvinenko, ha intenzione di mandare una squadra di investigatori a Londra. Lo conferma una portavoce dell'ufficio del procuratore, chiedendo l'anonimato e aggiungendo che non c'è ancora "una data concreta" per la trasferta in Gran Bretagna.
Da qualche giorno, sono a Mosca alcuni agenti di Scotland Yard per assistere agli interrogatori dei sospetti e dei testimoni che le autorità russe stanno ascoltando per far luce sull'avvelenamento da polonio-210 di Litvinenko.

TAZZA DI TE' AVVELENATA
Intanto secondo il quotidiano Daily Mirror gli inquirenti britannici sono certi che la dose mortale di polonio 210 fu servita a Aleksander Litvinenko quasi sicuramente in una tazza di te' che l'ex agente Kgb prese al Pine Bar dell'Hotel Millennium di Londra, dove Litvinenko incontro' l'altro ex agente Andrei Lugovoi e il suo socio in affari Dimitri Kovtun, anche loro contaminati dal polonio.

In una tazza del bar sono state scoperte radiazioni eccezionalmente forti. Quella tazza e' stata sequestrata e viene testata insieme ad altri oggetti che finirono nella stessa lavastoviglie, e che per questo risultano anch'essi radioattivi, anche se non con la stessa intensita'.
Sette addetti del bar hanno mostrato segni di contaminazione da polonio; secondo alcuni colleghi, citati dal Mirror, quattro di loro starebbero gia' mostrando sintomi ''simili all'influenza''. Tuttavia, secondo i medici, non corrono rischi immediati ma solo una possibilita' leggermente accresciuta di contrarre il cancro nel lungo termine.
Un'alta fonte dell'antiterrorismo ha detto al tabloid: ''E' quasi certo che Litvinenko fu avvelenato versando una dose di polonio nella sua bevanda, probabilmente mentre era distratto da una telefonata o da qualche altra interruzione. I camerieri contaminati sono coloro che sparecchiarono il suo tavolo e quelli che toccarono gli oggetti nella cucina. Quella tazza poi contamino' le altre stoviglie durante il lavaggio''.

TRACCE AD AMBURGO
Tracce di radioattività sono state rilevate in un edificio residenziale di Amburgo nel quale possiede un appartamento Dmitry Kovtun. Lo hanno reso noto fonti della polizia tedesca, precisando che le radiazioni sono però state riscontrate non in casa di Kovtun, ma in un'altra abitazione del medesimo complesso amburghese.
Anche Kovtun versa attualmente in condizioni gravissime a causa dell'esposizione all'isotopo radioattivo all'origine della morte di Litvinenko; l'uomo, che nei giorni scorsi era stato interrogato due volte dagli inquirenti sia britannici sia del suo Paese, è in ospedale a Mosca. Tuttavia si vocifera anche che il suo stato di salute sarebbe un mero espediente per evitare di essere ascoltato dai nove inquirenti inviati in Russia da Scotland Yard, che stanno incontrando difficoltà a espletare il loro compito.

Al condominio sono comunque stati apposti i sigilli per isolarlo in vista di ulteriori analisi e accertamenti. Al momento, ha concluso il portavoce, non sono stati effettuati arresti in connessione con l'inchiesta.

Con un comunicato la squadra anti-crimine della polizia cittadina si è appellata a «coloro che abbiano avuto un qualsiasi contatto» con Kovtun a contattare gli investigatori, e riferire loro quanto eventualmente sappiano.
Nella nota si puntualizza che «non sussiste alcun pericolo» per la salute pubblica, e in particolare per gli altri abitanti del palazzo sigillato.

Frattanto, in un articolo pubblicato oggi, il quotidiano 'Die Welt ' afferma che il complotto per eliminare Livtinenko potrebbe essere stato preparato, almeno in parte, proprio ad Amburgo.

COSSIGA: VIA IL SEGRETO DALLA MITROKIN
«Credo che la desecretazione dei documenti d'archivio della commissione parlamentare d'inchiesta sul dossier Mitrokhin sarebbe utile alla ricerca storica ma che essa servirebbe anche a dissipare ombre e a evitare che vengano sparsi ulteriori veleni nella società politica e civile italiana».
È quanto afferma il senatore a vita Francesco Cossiga, che sul tema ha inviato una lettera al presidente del Senato Franco Marini.
Cossiga ricorda al tempo stesso di «avere però già espresso la mia opinione che solo una nuova commissione parlamentare d'inchiesta e, con congiunta decisione, i presidenti delle due Camere potrebbero desecretare questi documenti. Non volendosi costituire un'altra commissione parlamentare d'inchiesta, l'unica strada è quella della desecretazione da parte dei due presidenti delle Camere, dietro parere del Copaco, la commissione parlamentare di controllo sui servizi d'informazione e di sicurezza e sulla tutela del segreto di Stato, cui potrebbe essere affidato il compito di esaminare i documenti di cui si tratta».

tratto da Quotidiano Nazionale